L’intervista:
- Sei da anni l’interprete e l’anima dell’associazione. Raccontaci un po’ di te …
Cosa ti posso dire di me? Mi chiamo Victor Mason, ho quasi 40 anni. Ho frequentato elementari, medie e superiori a Lungi, presso la scuola dei Salesiani. Ho frequentato l’università a Freetown dove ho studiato “Chimica”. Poi grazie a Don Alberto, ho ottenuto una borsa di studio dall’università di Trento dove ho studiato “Ingegneria delle industrie alimentari”. Mi sono laureato nel 2010 e sono ritornato in Sierra Leone per poter contribuire a cambiare la storia di questo paese. In Italia ho conosciuto Luigi e altri membri dell’Associazione Amici della Sierra Leone; da lì è nata una collaborazione che va avanti da dieci anni. Sono una persona semplice, un introverso, di poche parole. Cerco sempre di aiutare gli altri … - Cosa ci racconti dell’attuale panificio? Rimarrà in funzione una volta costruito quello nuovo?
L’Associazione mi aveva aiutato a costruire questo panificio in una zona in cui non vi era nessuna struttura di questo tipo. Sarà demolito appena avremo terminato la costruzione di quello nuovo. - Chi è stato in Sierra Leone è stato deliziato dal tuo pane. C’è qualche ingrediente segreto o qualche trucco che lo rende così buono?
Gli ingredienti sono sempre gli stessi: farina, lievito, sale e zucchero. Il l trucco è come viene impastato. - Il nuovo panificio produrrà circa 3,4 milioni di pezzi di pane all’anno; sarà sempre così buono?
Il pane che faremo avrà sempre lo stesso sapore anche se ne produrremo 3 milioni di pezzi all’anno. (Fortunati i clienti! N.d.a.) - Quale sarà il tuo ruolo nel nuovo panificio?
Mi occuperò della gestione del panificio assieme ad un comitato che verrà creato ad hoc. Serviranno circa 8 operai. Hai già in mente qualche recluta? Ti occuperai tu di formarli? Già adesso ho 8 operai (nell’attuale panificio. N.d.a.) che andranno a lavorare nel nuovo panificio perché mi trovo bene con loro. - Ti senti pronto per affrontare questa nuova sfida assieme ai Salesiani (i futuri proprietari del panificio)?
Sono prontissimo ad affrontare questa sfida, dobbiamo solo stabilire i ruoli e tutto andrà bene. - Nella zona un’opera così avanzata non c’è mai stata. Che impatto pensi avrà sulla popolazione?
Un panificio moderno come quello che costruiremo a Tintafor cambierà completamente la faccia della zona perché non saremo più in competizione con gli altri panifici di Lungi ma con quelli di Freetown (la capitale N.d.a.).
Victor e Bruno